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a cura di Silvia Petronici

Francesco racconta storie con alberi delle lacrime e pesci biforcuti, rabdomanti smarriti e coltivazioni abusive di zero. Il mondo dei suoi disegni è senz’altro il disegno di un mondo ma non solo del suo. Un mondo di parole e apparizioni, sogni, ricordi, speranze, fantasmi.La sua tecnica è quella della fantasia illimitata, dell’assoluta libertà di pensiero. Con l’acquerello i disegni acquisiscono atmosfere, con le parole scritte voce, con i tratti a penna forza.Penso ai suoi lavori come a una sorta di poesia continua, un lungo susseguirsi di aperture e chiusure, persone, animali, piante, antenne e ciminiere, fiumi e pozze riflettenti. Il ritmo è quello di un andamento metropolitano, l’aria è quella dei sogni prima di svegliarsi. C’è dentro la materia della vita dalle squame della balena alla paura di restare soli.Non ho potuto fare a meno di comprarne uno, volevo che mi seguisse nella casa dove abito, volevo poter trovare le corrispondenze senza avere fretta, leggendo tutte le piccole frasi, seguendo tutti i passaggi più improbabili. Quando ho esposto i suoi due disegni per la finale di Premio Basi ho pensato che ci fosse qualcosa di speciale nella sua testa d’artista e dopo averlo conosciuto non sono rimasta delusa.

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